historic cobblestone street in istanbul Nell’ estate di sei anni fa, in Turchia ci fu una retata che portò il calcio in galera: decine di arresti, 16 società e più di 90 tesserati coinvolti, corruzione trasversale per falsare i risultati del campionato 2010-2011 e persino munizioni e armi. Giusto dieci anni fa, in questi stessi giorni, dall’ altra parte del mondo, a Yokohama, Giappone, sempre lui, Kakà alzò la coppa del mondiale per club spianando il Boca Juniors. Il 26 novembre 1996 arrivò uno dei momenti più importanti della stagione: la Juventus vinse infatti la Coppa Intercontinentale per la seconda volta nella sua storia, superando gli argentini del River Plate a Tokyo per 1-0 con gol di Del Piero all’81’: la squadra bianconera si laureò quindi campione del mondo e Del Piero (che un mese dopo arriverà quarto nella classifica del Pallone d’oro) fu eletto miglior giocatore della partita. Visto che di solito la conclusione della seduta è indicativa e non è tempestiva, nel senso che non è che finisce all’istante a mezzanotte, ma prosegue con interventi di fine seduta e quant’altro (ci sono anche dei precedenti in tal senso), lei, ancora una volta, ai sensi dell’articolo 8, ha dimostrato che voleva per forza interrompere la discussione e non voleva nemmeno consentire al relatore Sisto di poter fare un intervento da 20 minuti, con cui si sarebbe arrivati alle 12,05 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Maggie - The Walking Dead adobe illustrator cartoon character design female illustration maggie mascot the walking dead tv series vector walking dead Uno come Kakà, magari nelle vesti di vice-presidente, rappresentante diretto dell’ azionista Youghong Li, farebbe comodo a Fassone per avere uno che conosce il dna rossonero ed è capace di andare davanti alle telecamere senza provocare un conflitto al giorno. Dovette accontentarsi di entrare in campo col figlio per mano il giorno del debutto della Seleçao verde oro che andò poi incontro alla più terribile delle delusioni. Roberto Condio, «Il nostro futuro è il Delle Alpi», in La Stampa, sez. «Il talento, da solo, non basta»: il titolo di una sua intervista a il Giornale divenne la colonna sonora del Milan che dopo l’ atroce sconfitta di Istanbul (2005), ebbe la forza di rialzare la testa e veleggiare verso Atene dove Kakà fu il suggeritore del decisivo 2 a 1 siglato da quella volpe dell’ area di rigore chiamata Pippo Inzaghi. Da segnalare anche le 7 reti realizzate dal romeno George Puscas, su tutte l’ultima decisiva nella finale di ritorno contro il Carpi, che ha concretizzato il sogno dell’approdo alla Serie A. Nella Coppa Italia Tim Cup i sanniti subito messi fuori, pareggiando (0-0) al Vigorito il derby con la Salernitana, ma superate dai granata (2-4) ai calci di rigore.

Coppa Latina 1951, vinta battendo in finale i francesi del Lille per 5-0, grazie ai gol del celebre trio svedese Gre-No-Li e alle parate di Lorenzo Buffon, sotto la guida tecnica dell’ungherese Lajos Czeizler. Lui è Ricardo Izecson dos Santos Leite detto Kakà, l’ ultimo Pallone d’ oro raccolto dal calcio italiano grazie al Milan che sta vivendo una tormentata stagione di passaggio dai trionfi berlusconiani alle incertezze cinesi. OSPITI VIP – Gli ospiti d’eccezione dell’ultimo atto del torneo italiano saranno i due ex giocatori Bernardo Corradi, che nella sua carriera ha indossato le maglie di Lazio, Chievo, Valencia, Parma e Manchester City, e Stefano Fiore, che ha collezionato presenze con Lazio, Parma, Udinese, Valencia e Fiorentina: i due, dalle ore 11 in poi, sfideranno a calcio tennis, tra un match e l’altro del torneo, i giocatori che stanno disputando la finale del Neymar Jr’s Five. Mai una chiacchiera sulla vita privata scandita dal matrimonio con Caroline e l’ arrivo dei due figli, a Milano chiese e ottenne lo status di cittadino italiano e con quella maglia numero 22 sulla schiena cominciò a raccogliere lodi sperticate fino a diventare il beniamino dei milanisti che gli confezionarono su misura il coro famoso («siam venuti fin qua per vedere segnare Kakà») e una sera d’ inverno, sfidando la pioggia, andarono sotto casa sua per festeggiare il suo no al Manchester City.

A Milano arrivò con gli occhialini da studente universitario, scoperto da Leonardo e scortato da Braida, preceduto da una discutibile descrizione tecnica. Dopo il primo allenamento chiamai Galliani e gli dissi: ma quale Cerezo, avete preso un fuoriclasse! La maglia casalinga presenta frontalmente il classico motivo palato nero-azzurro (con tre strisce del primo colore e quattro del secondo, con un gradiente più scuro rispetto alla stagione precedente), mentre il retro è monocromo azzurro. 19 settembre realizza il suo primo gol (con un calcio di punizione dai 27 metri) in Europa League nella vittoria per 3-0 contro il Valencia nella fase a gironi della competizione. Hanno vinto la Premier League per quattro anni di fila e il tempo ci dirà se ce ne sarà una quinta. Un’iniziativa che la società del presidente Lotito aveva già adottato nel marzo 2012 e che oggi ripropone, per sostenere la soluzione di una questione che si protrae da tempo e che proprio ieri è tornata all’attenzione dell’opinione pubblica in seguito al malore del fuciliere Latorre. Un buffetto. Soltanto l’ esclusione dalle coppe, decretata già nel 2011, resta valida. E dalle parti di via Aldo Rossi ci sarebbe un disperato bisogno di recuperare la memoria del periodo d’ oro anche per rimediare all’ ultimo giudizio sferzante di Fabio Capello («quelli del nuovo corso non sanno cosa sia il rispetto»).

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